Avvolta da questi pensieri, faceva scorrere la lingua su e giù, su e giù per il suo fallo. Di tanto in tanto lo guardava maliziosamente per provocarlo e accendere la sua libidine. A volte gli succhiava il glande, lo faceva girare, lo baciava, lo metteva in bocca... Di conseguenza, lui cominciò a gemere toccandole i capelli. Sul punto di perdere il controllo, la prese tra le braccia e la fece sdraiare sul letto, mettendosi su un fianco e togliendole la biancheria intima, che era a brandelli in un angolo.

Cominciò a massaggiarle le natiche, la vita e i seni, poi giù per le cosce e di nuovo su fino al triangolo del pube. A Orion non piacevano le ragazze pubescenti, né gli piacevano le giungle fitte. E sua moglie era il tipo che curava il suo "giardino", come gli piaceva chiamarlo. Gli afferrò la coda e allargò a sua volta le gambe per facilitargli il lavoro. Massaggiò i petali della sua rosa, che si spalancarono per ricevere il suo dito medio, che si seppellì con cattiveria nel suo buco umido e voglioso. Poi seguì l'anulare e, a poco a poco, Orion aumentò l'intensità del suo massaggio. Il suono della sua eccitazione, come schizzi in una pozzanghera, si sentiva perfettamente.

Lei gli strofinava l'uccello e lui le lavorava i seni con la lingua. Poi si soffermò su quanto fossero rosa le sue areole e le sue labbra. E questo gli piaceva. Pensava che non ci fosse nulla di più femminile di questo. Se fossero state abbronzate, non ne sarebbe stato così attratto, anche se non le avrebbe nemmeno rifiutate. Continuò ad aumentare il ritmo del suo massaggio finché lei non cominciò a inarcarsi in modo compulsivo e afferrò il braccio con cui la stava assalendo, sborrando in preda alle convulsioni.

(È severamente vietato fare registrazioni o foto del mio spettacolo e pubblicarle, ciò comporterà azioni legali.....)